RBI: Springboks, la rinascita
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Il 2 novembre 2019 Siya Kolisi alza la coppa del mondo a Yokohama. Ma com’è stato il percorso del Sudafrica negli anni precedenti al mondiale? Ritornaimo al 2015,mondiale in Inghilterra. Gli Springboks escono in semifinale contro i rivali di sempre,gli All blacks,poi campioni. Per il Sudafrica di coach Heyneke Meyer è stato un mondiale di alti e bassi,ma alla fine in linea con le aspettative. Primi nel girone,nonostante la clamorosa sconfitta di Brighton contro il Giappone di Eddie Jones,approdano ai quarti di finale contro il Galles. Vincono negli ultimi minuti una grandissima partita e si ritrovano in semifinale contro la Nuova Zelanda. Gli Springboks giocano una partita di sacrificio,ma gli All Blacks sono troppi forti. Infine si consolano con il successo nella finalina contro l’Argentina.
Tirando le somme i risultati sono soddisfacenti,infatti non c’erano concrete possibilità di vittoria finale,tenendo anche conto che una buona parte della squadra era sotto i venticinque anni(Etzebeth,De Jager,Du Toit,Kolisi,Malherbe,Pollard,De Allende,Kriel). Concluso il mondiale alcuni veterani campioni del mondo 2007 si ritirano(De Villers,Matfield,Du Preez,Burger,i fratelli Du Plessis),lasciando spazio ai tanti giovani in vista del prossimo ciclo mondiale.
Purtroppo le cose non vanno come si sperava e il nuovo coach Allister Coetzee non riesce a ottenere buoni risultati. Coetzee e il suo staff basano il gioco sudafricano sullo stile dei Lions di Johannesburg,squadra emergente del Super Rugby che propone un gioco offensivo,dinamico e veloce,più simile allo stile neozelandese. Questo piano di gioco va contro le tradizioni sudafricane,che storicamente hanno un gioco caratterizzato dalla fisicità e da una solida difesa. Di conseguenza vengono convocati tanti giocatori Lions,che diventano la spina dorsale della nazionale. Tra questi ci sono alcuni che diventerrano fondamentali per la futura squadra campione del mondo nel 2019(Marx,De Klerk,Mostert),ma tanti altri che non verrano più selezionati in futuro(Combrinck,Mapoe,Whiteley,…).

Il 2016 si rivela disastroso,dopo due vittorie contro l’Irlanda a giugno,il nuovo capitano Strauss e compagni riescono ad ottenere solamente altri due successi,perdendo per la prima volta nella storia contro l’Italia a Firenze. Si chiude quindi la stagione con quattro vittorie su dodici incontri. Nonostante ciò Coetzee è confermato e prosegue con lo stile Lions,convocando Skosan,Coetzee e Cronje,pedine fondamentali dei Lions e nominando capitano Whiteley(sempre dei Lions). I Lions continuano a ottenere buoni risultati in Super Rugby,raggiungendo la seconda finale consecutiva. Questi successi incoraggiano lo staff a proseguire con la loro idea.
Nei test di giugno gli Springboks vincono tre partite su tre contro la Francia,alimentando l’entusiasmo e la fiducia. Tuttavia non riescono a confermare i progressi nel Rugby Championship,dove subiscono la peggiore sconfitta di sempre contro gli All Blacks per 57-0. Forse questo è il momento più nero della storia del rugby sudafricano e a peggiorare la situazione arriva una pesante sconfitta per 38-3 contro l’Irlanda a novembre. Si chiude l’anno 2017 con sette vittorie su tredici partite e l’esonero di Coetzee.
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Viene nominato quindi Rassie Erasmus come Director of Rugby,che torna in Sudafrica dopo l’esperienza con Munster. Erasmus abbandona subito lo stile di gioco Lions e ristabilisce un piano di gioco in linea con le tradizioni Springboks,basato su una forte fisicità,un semplice sistema offensivo,un accurato gioco al piede,delle fasi statiche solide e soprattutto su un sistema difensivo innovativo e agressivo,ideato da Jacques Nienaber,nuovo coach della difesa proveniente anche lui da Munster. Inoltre cancella la eligibility rule,che permetteva di convocare solamente giocatori militanti in Sudafrica o con già almeno 30 caps,avendo la possibilità di scegliere i migliori senza alcuna restrizione.
In seguito a questi due provvedimenti Erasmus ha la possibilità di richiamare i giocatori fuorisede,come De Klerk,Le Roux,Kolbe,Vermulen e Louw e di accantonare i giocatori non funzionali al suo piano di gioco(Coetzee,Cronje,Skosan,Mapoe,Whiteley,Combrinck),cioè buona parte dei Lions. Da avvio a una fase di sperimentazione di nuovi giocatori,convocando solo nel 2018 ben diciannove nuovi atleti,tra cui Am,Mapimpi,Snyman,N’Kosi,Gelant e molti altri. Inoltre nomina Siya Kolisi capitano,facendolo diventare il primo nero a guidare gli Springboks,andando contro i pregiudizi culturali e dando un chiaro segnale di voler puntare sui migliori,indipendentemente dal colore della pelle.
Il 2018 si rivela un anno di transizione,alternato da buoni risultati come le due vittorie contro l’Inghilterra e soprattutto il successo in trasferta contro la Nuova Zelanda,ma anche da sconfitte evitabili contro Argentina,Australia e Galles. Finito il 2018 con appena il 50% di vittorie,ma con uno spirito e una competività rinnovate,Kolisi e compagni si preparano all’anno del mondiale.
Erasmus smette gli esperimenti,affidandosi agli uomini chiave,inserendo solamente il giovane mediano Herschel Jantjees e richiamando il campione del mondo 2007 Frans Steyn. Il Rugby Championship viene utilizzato per perfezionare il sistema di gioco. Nonostante ciò il Sudafrica trionfa per la prima volta da quando è stata aggiunta l’Argentina,pareggiando all’ultimo minuto contro la Nuova Zelanda e classificandosi primo grazie ai punti di bonus guadagnati contro Australia e Argentina. Si presenta così in Giappone come outsider.
All’esordio del mondiale gli Springboks perdono contro gli All Blacks,subendo due mete nel giro di cinque minuti e non riuscendo più a recuperare. Ma da quel momento si riprendono vincendo le restanti tre partire del girone(Canada,Italia e Namibia),qualificandosi secondi in girone.Ai quarti trovano i padroni di casa,che si sono qualificati primi nel girone A,battendo a sorpresa Irlanda e Scozia. Il Giappone lotta per tutta la partita,ma alla fine soccombe di fronte alla brutalità sudafricana,perdendo 26-3. Gli Springboks si prendono così la rivincita a distanza di quattro anni dal match di Brighton. In semifinale trovano il Galles di Gatland,con cui hanno perso gli ultimi tre incontri disputati. Questa volta vincono di misura pur non brillando,presentandosi in finale come sfavoriti di fronte all’Inghilterra,che aveva annientato gli All Blacks. A fine partita però il risultato segna 32-12 per Kolisi e company,grazie a una prestazione di squadra da incorniciare condita dalle mete di Mapimpi e Kolbe. Il Sudafrica è campione del mondo per la terza volta dopo il 1995 e il 2007,chiudendo con solo tre mete subite nel corso di tutta la competizione.
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