Virginia Martini – Forza reattivo elastica e forza iniziale
A cura di Virginia Martini
Tornando sul nostro percorso principale, lasciato da parte il mese scorso per parlare dell’allenamento in casa, introduciamo la forza reattivo elastica e la forza iniziale.
Iniziamo dicendo che la forza reattivo elastica è fondamentale nel nostro gioco durante la fase di lancio.
Grazie agli studi del professor Bosco sappiamo che è caratterizzata dalla canalizzazione della forza elastica e si realizza tramite il procedimento di stiramento e accorciamento, in questo caso però la resistenza esterna è ridotta con un conseguente aumento della velocità di esecuzione, il che ci fa capire quanto fondamentale sia quando parliamo di muovere alla massima velocità un oggetto leggero come una palla.
Questi sono concetti fondamentali da passare ai giocatori, soprattutto ai più giovani, dato che la fase di preparazione è sempre vista come quella più noiosa proprio perché non viene spiegato solitamente il collegamento diretto tra un gesto del periodo invernale e un gesto tecnico specifico.
Ci tengo a sottolineare questa condizione in quanto sia da giovane giocatrice sia da preparatrice mi sono ritrovata a vedere poco interesse e poco comprensione nei confronti di questo tipo di lavoro, chiusa questa parentesi torniamo all’argomento principale.
Per portare al massimo livello di espressione di questa capacità è fondamentale tenere conto della forte influenza dello stiffness, ovvero la forza elastica di tendini e strutture connettive e della massima coordinazione possibile durante le contrazioni. Non sono quindi i muscoli gli unici protagonisti ma sarà fondamentale l’armonia e la sincronizzazione di più strutture.
Anche in questo caso è bene rammentare l’importanza del lavoro con un SNC fresco e riposato, dovremo infatti rispettare i giusti tempi di recupero e prediligere un basso numero di ripetizioni e un numero di serie più alto.
Ma come possiamo allenarci nel modo corretto?
Il miglior modo è quello di allenarci con i MEZZI movimenti, tipo il mezzo squat (con o senza balzo), questo perché con un movimento più ampio avremmo altrimenti una risposta elastica più lenta ed è proprio quello che dobbiamo evitare, parola d’ordine: VELOCITà.
Questo tipo di lavoro come i precedenti è di grande rilevanza nel nostro campo in quanto dobbiamo spesso ricercare un aumento della forza senza però aumentare la massa del nostro atleta in quanto potrebbe altrimenti ritrovarsi goffo ed impacciato. Questo risultato è ottenibile solo tramite un lavoro neuromuscolare di tipo QUALITATIVO.
Passiamo adesso al prossimo punto, LA FORZA INIZIALE.
Questa capacità ci permettere di esprimere la massima forza nel minor tempo possibile (circa 50 millisecondi).
Verrà dunque reclutato il maggior numero possibile di unità motorie con il massimo della sincronizzazione nei primi istanti della contrazione concentrica.
Per fare un esempio pratico l’inizio della corsa riguarda questa capacità.
Immaginiamoci sul sacchetto di prima pronti per rubare la seconda base.
Nel caso del softball l’atleta darà l’input di partenza avviene non appena la palla lascia la mano della lanciatrice. In quel preciso momento inizia la contrazione del quadricipite della gamba anteriore per poter avere uno scatto esplosivo cercando il reclutamento di tutte le unità motorie possibili. Questa è la forza iniziale.
Per allenarla sono dunque consigliati tutti quei movimenti dove si verificano le condizioni sopra citate, come la partenza per lo scatto da una posizione statica o balzi esplosivi con partenza a mezza accosciata e senza precaricamento, da effettuare con o senza sovraccarico.
Il nostro percorso di oggi si conclude qui, se vi è piaciuto l’artico e volete approfondire, per ulteriori chiarimenti o per avere schede di allenamento personalizzate potete contattarmi alla mia mail: vmpersonalcoach@libero.it
Vi aspetto per la prossima pubblicazione!
A cura di Virginia Martini